Testimonianze dal Giubileo dei Giovani 2025: L'assistenza ai pellegrini

Intervista a Stephanie Tonani volontaria di protezione civile della Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’s Band
Nel villaggio campale dei soccorritori a Tor Vergata abbiamo incontrato Stephanie Tonani, volontaria di protezione civile della Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’s Band, impegnata nelle attività di assistenza alla popolazione per questo Giubileo dei Giovani 2025. Ci ha raccontato la sua esperienza, il valore del volontariato e il lavoro di squadra. Un impegno nato da una storia personale toccante, che continua a restituire valore e umanità.
1. Raccontaci qualcosa di te. Perché hai scelto di diventare volontaria di protezione civile?
Ho iniziato a 18 anni, dopo un lungo percorso oncologico. In ospedale ho incontrato volontari straordinari che mi hanno aiutata nei momenti più difficili e da loro ho capito quanto è importante aiutare gli altri. Appena ho potuto, sono entrata in Croce Rossa, nel comitato di Codogno (LO), il comitato più vicino a casa mia a Castiglione D’Adda (LO). Durante un’emergenza poi ho conosciuto il presidente nazionale della FIR CB, che mi ha invitata a scoprire anche la sua associazione. È stato amore a prima vista. Dico sempre: nella protezione civile dai tanto, ma ricevi ancora di più. I sorrisi, la gratitudine, il sentirsi utili, ti riempiono. È qualcosa che ti rimette al mondo ogni volta.
2. Di cosa ti occupi durante il Giubileo dei Giovani?
In questa occasione sono stata attivata come volontaria per l’assistenza alla popolazione. Nello specifico seguo il coordinamento dei volontari della mia associazione, la FIR CB, assieme ad altri due volontari: gestiamo i turni, seguiamo i volontari e ci occupiamo delle loro necessità, stiamo attenti alle loro esigenze e manteniamo i contatti operativi con le altre componenti del sistema. È un ruolo dietro le quinte ma fondamentale, perché permette a chi è sul campo di lavorare al meglio. Appena ho saputo dell’attivazione, ho detto subito di sì, ci tenevo troppo. Avevo partecipato al Giubileo dei Giovani del 2000 da ragazza e la ricordo come un’esperienza intensa, ricca di spirito di adattamento, abbiamo dormito dove capitava, con il sacco a pelo. Stavolta volevo vivere l’evento dall’altra parte, contribuendo a farlo funzionare.
3. Qual è il valore di vivere da volontaria un evento come questo?
Poter vivere il Giubileo da volontaria è un’occasione unica. Non è un’emergenza, ma resta un’esperienza intensa e irripetibile. Lavorare fianco a fianco con altri volontari, supportarsi nei momenti di fatica, gestire criticità sul campo: tutto questo ti forma. Tra noi nasce un senso di squadra molto forte. Quando condividi momenti impegnativi con persone che hanno la tua stessa motivazione, si crea un legame che va oltre l’evento. Si può essere forti quanto si vuole, ma senza il supporto di chi ti sta accanto, certe situazioni non si affrontano. È questo che rende speciale il nostro mondo: il fatto che ci si sostiene sempre ed è questo il senso più profondo del Servizio Nazionale di Protezione Civile.
4. Cosa ti aspetti da questa esperienza?
Mi aspetto di tornare a casa con qualcosa in più e di aggiungere un nuovo tassello al mio bagaglio di vita. Ogni evento, ogni campo, lascia un segno che contribuisce alla tua crescita personale. Il giubileo è un evento che capita una volta ogni 25 anni e volevo esserci. Spero, tra venticinque anni, di poter raccontare questa esperienza ai futuri giovani volontari. È bellissimo vederli già adesso all’opera, con entusiasmo e voglia di fare. Senza i giovani non andiamo da nessuna parte. Vedere così tanti giovani mi dà speranza: sono il nostro futuro.